La crisi nel Mar Rosso, causata dagli attacchi degli Houthi yemeniti alle navi mercantili, sta avendo un impatto significativo sull’export agroalimentare italiano. Secondo le stime di Confagricoltura e Legacoop Agroalimentare, il valore delle esportazioni italiane verso i mercati asiatici, transitando dal canale di Suez, ammonta a circa 4 miliardi di euro, rappresentando una fetta importante dell’economia italiana.
Prodotti Vulnerabili e Tempi di Trasporto
I prodotti freschi, come frutta, verdura e vino, sono particolarmente colpiti dalla crisi. La shelf life limitata di questi prodotti li rende vulnerabili durante i lunghi periodi di trasporto. Ad esempio, le mele, con una shelf life di circa 30 giorni, rischiano di perdere freschezza e valore commerciale se le rotte vengono modificate, aumentando i tempi di consegna a 60 giorni. Analogamente, il vino, con una shelf life di circa 12 mesi, potrebbe compromettere le sue caratteristiche organolettiche se il trasporto supera i 60 giorni.
Aumento dei Costi di Trasporto e Impatto Ambientale
Oltre ai problemi legati ai tempi di consegna, la crisi ha innescato un aumento significativo dei costi di trasporto. Il costo di trasporto di un container da Rotterdam a Singapore è cresciuto del 50% dall’inizio della crisi nel Mar Rosso. Questo aumento ha un impatto diretto sui prezzi finali dei prodotti italiani, rendendoli meno competitivi nei mercati asiatici. Allo stesso tempo, l’incremento dei costi di trasporto può compromettere la sostenibilità ambientale dell’export agroalimentare italiano, considerando che le navi mercantili sono fonti rilevanti di emissioni di gas serra.
Appello delle Organizzazioni Agricole e Proposte
Di fronte a questa emergenza, le organizzazioni agricole italiane hanno lanciato un appello alle istituzioni europee, proponendo soluzioni concrete per mitigare gli effetti negativi della crisi. Tra le proposte vi è l’istituzione di un fondo di compensazione per le imprese agricole che subiscono danni economici a causa della crisi del Mar Rosso. Inoltre, si suggerisce l’individuazione di nuove rotte marittime sicure per il trasporto delle merci verso i mercati asiatici e la promozione attiva dei prodotti italiani per contrastare la concorrenza.
Rischi a Lungo Termine
Le conseguenze a lungo termine della crisi potrebbero essere gravi per l’Italia. La perdita di quote di mercato potrebbe verificarsi a favore di Paesi produttori meno colpiti, con un impatto diretto sull’occupazione nel settore agroalimentare. La chiusura di imprese agricole potrebbe portare a una riduzione della produzione e alla perdita di posti di lavoro. Inoltre, l’economia italiana, dipendente dal settore agroalimentare, potrebbe subire impatti negativi.
Impatto sulla Sicurezza Alimentare Globale
La crisi nel Mar Rosso potrebbe estendersi anche alla sicurezza alimentare globale. L’Italia, uno dei principali produttori ed esportatori di alimenti a livello mondiale, potrebbe causare carenze alimentari in alcuni Paesi asiatici se le esportazioni diminuissero. Ad esempio, l’Italia è il principale fornitore di olio d’oliva all’India; una diminuzione delle esportazioni potrebbe comportare una carenza e aumentare i prezzi, creando problemi di accesso al cibo per la popolazione più povera.
Interventi Urgenti Necessari
Di fronte a questa complessa situazione, le istituzioni europee e il governo italiano devono intervenire con urgenza per trovare soluzioni praticabili. L’utilizzo di dati e statistiche nel contesto di questa crisi è essenziale per informare le decisioni e implementare strategie efficaci che possano mitigare gli impatti negativi sull’export agroalimentare italiano.